UN LIBRO CHE FA ANCORA RIFLETTERE

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"Le avventure di Pinocchio" fu scritto circa centoventi anni fa da un autore di letteratura per l'infanzia, Carlo Lorenzini, che si firmò con il nome del suo paese natale, Collodi. L'autore , mosso da scopi pedagogici,ha scritto un libro fiabesco e contadino :contadino perchè descrive un mondo ottocentesco caratterizzato dalla fame, pieno di imbroglioni, assassini ; fiabesco perché trasfigurato come sa fare un bambino, in un luogo di fiaba in cui gli animali, i grilli, i gatti, le volpi parlano e stanno assieme agli osti, ai burattinai, ai pescatori, ai carabinieri.
Il punto principale del romanzo è dato dal desiderio di un burattino di diventare un uomo, di acquisire senso di responsabilità che significa vivere insieme agli altri, sacrificando la propria individualità per il bene comune. Ma al di là delle buone intenzioni di Collodi, è difficile rassegnarsi al fatto che Pinocchio dovesse diventare umano perché il testo è anche una celebrazione della fantasia e della libertà contro le regole imposte dal perbenismo.

Curiosamente profetico è questo dialogo che avviene tra le faine e Pinocchio, tra corruttori e corrotto, che secondo me fa pensare a molte cose che noi conosciamo bene. Come tangentopoli.
Esse dicono: "Buonasera Melampo" – il cane si chiamava Melampo. E Pinocchio risponde: "Io non mi chiamo Melampo". "E dunque chi sei? ". "Io sono Pinocchio". "E che cosa fai, così?". "Faccio il cane da guardia". "Oh, Melampo, dov'è il vecchio cane che stava in questo casotto?". Dice: "È morto questa mattina". "Morto? Povera bestia era tanto buono! Ma giudicandoti dalla fisionomia anche te mi sembri una cane di garbo". "Domando scusa, io non sono un cane" dice Pinocchio. "E chi sei?". "Sono un burattino". "E fai da cane da guardia?" "Eh, purtroppo sì, per punizione". "Ebbene, io ti propongo gli stessi patti che avevo col defunto Melampo. E sarai contento". "E questi patti sarebbero?", domanda Pinocchio. "Noi verremo una volta la settimana, come per il passato, a visitare di notte questo pollaio e porteremo via otto galline. Di queste galline sette le mangeremo noi e una la daremo a te, a condizione - s'intenda - che tu faccia finta di dormire e non ti venga mai l'estro di abbaiare e di svegliare il contadino". "E Melampo faceva proprio così?". "Eh, faceva così e fra noi e lui siamo andati sempre d'accordo".

Luigi Comencini ,invece ,nel suo realistico sceneggiato televisivo del 1972 ha sottolineato in modo delicato il personaggio di Geppetto che rappresenta insieme la coscienza morale e la solitudine di un uomo...

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