Un versatile bracchetto

Peanuts (letteralmente noccioline o personcine) è una striscia di fumetti giornaliera scritta e illustrata da Charles M. Schulz, pubblicata dal  1950 al  2000 (il giorno dopo la morte dell'autore). La striscia è stata una delle più famose ed influenti in tutta la storia dei fumetti: è stata infatti pubblicata in oltre 2600 giornali, con un bacino di 355 milioni di lettori in 75 Paesi nel mondo
ed è stata tradotta in 21 lingue diverse. Sull’universo innocente e profondo dei Peanuts, sulla capacità delle creature di Schulz di lasciare senza parole chi li legge e sul potere che hanno avuto di incantare il mondo intero, così si è espresso Umberto Eco:
 ”Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta.
 E poi una curiosità che riguarda la sua infanzia: da bambino Charles Schulz aveva un pointer, non un beagle!!!

Peanuts  ebbero all'inizio come personaggio principale, il piccolo Charlie Brown, nella cui vita e personalità possiamo ritrovare molto dello stesso Schulz. Scolaro di terza elementare di otto anni e mezzo, Charlie Brown è un simpatico perdente dalla testa tonda, testardo e determinato ma spesso sopraffatto da ansie e paure .
Proprio queste ultime impediranno a Charlie di dichiarare il suo tenero e dolcissimo amore alla ragazzina dai capelli rossi, che non compare mai nelle strisce. Per questo personaggio, Schulz
 si ispirò a Donna Johnston, con cui aveva avuto una relazione e alla quale chiese di sposarlo, inutilmente.
Charlie Brown
Originalissima anche la personalità del cane di Charlie, 
il famosissimo e bizzarro Snoopy.
Snoopy è un bracchetto (razza più nota oggi col nome inglese
di beagle) che cominciò la sua vita nelle strisce come un cane ordinario, ma col passare del tempo si trasformò nel personaggio più dinamico delle strisce, e in uno dei più famosi personaggi di fumetti del mondo. Essendo un cane, non può parlare ed emette raramente dei suoni vocali, ma pensa tantissimo. Gli unici che sono in grado di leggerne i pensieri sono gli altri animali, in special modo Woodstock. Nonostante ciò, Charlie Brown e gli altri sono sempre al corrente di tutti i suoi pensieri e delle sue idee, anche se non in maniera consapevole.


Una delle prime stranezze di Snoopy è stata il suo dormire sul
tetto della cuccia, piuttosto che dentro di essa e poi Snoopy non
sopporta i gatti (sostiene infatti che sono le erbacce del prato
della vita ) e quello dei vicini è un suo arci-nemico.

Tra i suoi passatempi preferiti vi sono....
-tendere agguati a Linus per sottrargli l'amata coperta...
-tirare di box contro Lucy con un unico guantone fissato al naso, unico avversario capace di tenerle testa.

Molti dei momenti memorabili dei Peanuts sono legati al sogno
di Snoopy di fare lo scrittore (di cui peraltro nessun editore vuol pubblicare gli scritti).
Il suo immutabile incipit "Era una notte buia e tempestosa..." proviene dalla novella Paul Clifford, scritta nel 1830 da Edward George Bulwer-Lytton. E lo Snoopy scrittore è stato certamente caro a Schulz, che lo ha scelto per dare il suo addio ai lettori (pubblicato il 13 febbraio del 2000).
 Ma lo scrittore è solo uno dei sui moltissimi alter ego, primo fra tutti il pilota della prima guerra mondiale detto anche
 "l'asso della prima guerra mondiale". Per questo personaggio indossa sciarpa ed occhialoni e vola a bordo del suo Sopwith Camel - in effetti, la sua cuccia - combattendo il Barone Rosso la cui presenza è rivelata dai fori di pallottola che questi gli spara sulla cuccia.Quando non combatte si rifugia in un ristorantino francese con la dolce cameriera Marcie.
.
Snoopy diventa anche Joe Falchetto (Joe Cool nell'originale) mettendosi gli occhiali da sole - secondo la moda dell'epoca .



Il contrasto tra l'esistenza di Snoopy in un mondo di fantasia e la vita terrena di Charlie Brown è un cardine dell'umorismo e della filosofia dei Peanuts.



"era una notte buia e tempestosa"

Joe cool

Snoopy e il barone rosso

Marcie
Alle eroiche gesta del fantastico pilota è dedicata anche una canzone di Giorgio Gaber.

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