Apollo e Dafne



Questo gruppo scultoreo,chiamato Apollo e Dafne eseguito da Gian Lorenzo Bernini tra il 1622 e 1625 si trova nella galleria Borghese a Roma.

Nelle Metamorfosi di Ovidio c'è scritto che Apollo si era vantato di saper usare come nessun altro l'arco e le frecce e per questa sua presunzione Cupido lo punisce colpendolo e facendolo innamorare della bella ninfa Dafne.Ma la dea chiede aiuto al padre Penéo, dio dei fiumi, il quale per impedire ai due di congiungersi la trasforma in un albero, l'alloro.
Come racconta Ovidio  : "Apollo l'ama, e abbraccia la pianta come se fosse il corpo della ninfa; ne bacia i rami, ma l'albero sembra ribellarsi a quei baci. Allora il dio deluso così le dice: 'Poiché tu non puoi essere mia sposa, sarai almeno l'albero mio: di te sempre, o lauro, saranno ornati i miei capelli, la mia cetra, la mia faretra'".
 Una vera storia d'amore eterno.
 Il Bernini rappresenta in modo spettacolare proprio il momento della trasformazione della ninfa in pianta sotto gli occhi dell'impassibile Apollo.
L'interpretazione allegorica di questo mito si trova sulla base della scultura ed è stata scritta dal papa Urbano VIII :
"Il Piacer doppo il quale corriamo o non si giunge mai, o quando si giunga ci riesce amaro nel gustarlo".

Paulo Coelho parla invece di " mediocrità comoda ": Dafne ha agito in un modo che tutti noi conosciamo bene: spesse volte uccidiamo i nostri talenti, perché non sappiamo cosa farne.
È più comoda la mediocrità: essere soltanto «uno in più», invece di lottare per mostrare tutto ciò che siamo capaci di fare con i doni che Dio ci ha dato.

1 commento:

cocopelli il cantastorie ha detto...

quello che non mi piace in questa scultura è l'espressione
"apollinea " di Apollo...