Uno nessuno centomila...

Tante persone continuano a chiedermi con insistenza la mia identità come se fosse qualcosa di fondamentale….
Chi è BenjaminB ??? Io sono  UNO, NESSUNO  E CENTOMILA... vi consiglio di leggere Pirandello!
Con affetto .




Allora....

Come dice Pirandello... la realtà  è perpetuo movimento , è  incessante trasformazione da uno stato all'altro. Tutto ciò che si stacca da questo flusso   comincia  a morire. Così avviene per l'uomo: si distacca dall'universale assumendo una forma individuale entro cui si costringe, una persona/maschera con la quale si presenta a sé stesso. Non esiste però la sola forma che l'io dà a sé stesso, nella società esistono anche le forme che ogni io dà a tutti gli altri. E in questa moltiplicazione l'io perde la sua individualità, da «uno» diviene «centomila» quindi «nessuno».


Dalla disgregazione dell'io  partono  le vicende del protagonista, Vitangelo Moscarda: quando la moglie gli fa notare alcuni suoi difetti fisici che lui non aveva mai notato, come una leggera pendenza del naso, questi si rende conto che l'immagine che aveva sempre avuto di sé non corrispondeva in realtà alla figura che gli altri avevano di lui e cerca in ogni modo di carpire questo lato  del suo io. Da questo sforzo verso un obiettivo irraggiungibile nasce la sua follia. La follia è infatti  lo strumento di contestazione per eccellenza delle forme fasulle della vita sociale, l'arma che fa esplodere convenzioni e rituali.

Inizia così la serie delle pazzie del Moscarda. A questo punto la moglie e il suocero, congiurano per farlo interdire. È avvertito da Anna Rosa  ed egli, rivelandole tutte le sue considerazioni sull'inconsistenza della persona, sulle forme che gli altri ci impongono, l'affascina, ma fa anche saltare il suo equilibrio psichico, e la donna, con gesto improvviso e inspiegabile, gli spara, ferendolo gravemente. Ne nasce uno scandalo enorme. Vitangelo cede tutti i suoi averi per fondare un ospizio dove viene ricoverato, vivendo insieme con tutti gli altri mendicanti, vestendo la divisa della comunità e mangiando nella ciotola di legno. Così nel tentativo di sfuggire alle tante forme impostegli dalla società finirà per dover accettare una nuova maschera: quella dell'adultero.
Però…se prima la consapevolezza di non essere «nessuno» gli dava un senso solitudine, ora accetta sereno l'alienazione completa da sé stesso, rifiuta ogni identità personale, arriva a rifiutare  il suo stesso nome, e si abbandona  al divenire del mondo, «morendo» e «rinascendo» subito dopo sempre nuovo , senza la costrizione di alcuna maschera autoimposta, ma identificandosi in ogni cosa….
Io... caro Benj ti vedo così...



Con simpatia...Ikaria

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