Un viaggio nel passato.



Si parla molto degli aspetti pagani del nostro Natale, senza pensare a come e quando è stata istituita questa festa cristiana,fermo restando che l'esagerazione consumistica è veramente fuori luogo
.
Il solstizio di inverno è il periodo dell'anno in cui i giorni cominciano ad allungarsi di nuovo perché il sole, raggiunto il punto più meridionale della sua orbita riprende da questo momento il suo cammino -. La ripresa del cammino del sole assumeva molteplici significati , primo tra i quali la rigenerazione del cosmo in cui il Sole e la Luce erano associati all’idea d’immortalità dell’uomo e del percorso che esso doveva svolgere per una rinascita spirituale.
I Babilonesi celebravano la vittoria del loro dio Sole con grandi festeggiamenti e la copia romana di questa usanza babilonese veniva chiamata "Saturnali".
Benché nessuno conoscesse veramente quando nacque Gesù perché i Vangeli non ne parlano,le considerazioni che indussero le autorità ecclesiastiche a istituire la festa di Natale il 25 dicembre nel terzo secolo d.C., furono determinate da ragioni di opportunità e di rispetto di precedenti usanze pagane perché anche i convertiti al Cristianesimo festeggiavano come i pagani.
Quindi il vero Natale è sempre stato pagano e per trasformarlo in una celebrazione cristiana è stato necessario aggiungere Cristo od altri elementi biblici ad una festa ormai consolidata .
Da quel momento non si doveva più celebrare il sole ma Colui che aveva creato il sole,però molte tradizioni del mondo pagano sono rimaste in qualche modo intrecciate con il Natale cristiano.

l rametto di vischio, che durante le feste natalizie si usa appendere agli usci delle case o portare al collo è una tradizione che ci giunge addirittura dai Celti che consideravano il vischio una pianticella misteriosa, donata dagli dei poiché non aveva radici e cresceva come parassita sul ramo di un'altra pianta. Si diceva che nascesse là dove era caduta la folgore: simbolo di una discesa della divinità e dunque di immortalità e rigenerazione. Oggi lo usiamo perché lo pensiamo legato al Natale senza però considerare i suoi poteri misteriosi.
La stessa cosa vale per l'agrifoglio.

Anche per l'albero dobbiamo partire da periodi molto lontani. L'immagine dell'albero (specialmente sempreverde) come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale .Sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico . A riprova di questo sta la tradizione, introdotta durante il pontificato di Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D'altronde un'interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l'uso di addobbare l'albero come una celebrazione del legno (bois, in francese è sia inteso come "albero" sia come "legno") in ricordo della Croce che ha redento il mondo .

Persino la scena della natività, il tradizionale "presepio", che alcuni considerano come "il più cristiano" dei simboli di Natale, è contaminato di influenze pagane. Quasi ogni forma di culto pagano che si conosca, derivata dai misteri babilonesi, focalizza l'attenzione dei fedeli su una dea madre e sulla nascita del suo bambino. Le diverse culture utilizzano nomi diversi, ma il concetto è uniformemente lo stesso.

Per ultimo ho lasciato Papa Natale/ San Nicola che ha una storia veramente fantasiosa,fino a diventare il testimonial di una bibita nota a tutto il mondo.

Tutte queste tradizioni che sono arrivate fino a noi , rappresentano,secondo me, solo un retaggio culturale perchè essendo ormai così lontane nel tempo sono state in qualche modo liberate dai loro aspetti idolatrici .Diciamo che rappresentano l'aspetto giocoso di questa grande festa cristiana.

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